venerdì 11 febbraio 2011

È tempo di Borragine…verifica agli usi nella tradizione popolare sarda


Appartiene alla famiglia delle Boraginaceae la specie: Borago officinalis L., pianta annuale originaria del bacino del Mediterraneo e dal Nord Africa, è presente in molte parti del Nord America. In Italia è molto comune, spontanea dalla pianura fino a 1.000 m. Utilizzata nell’etnobotanica Sarda come alimento curativo e in cataplasmi per problemi alla pelle, i fiori in piccole dosi in tisane contro la tosse…

Etimologia:
Si suppone che derivi dall'arabo "abou = padre" e da "rash = sudore" cioè "padre del sudore" (proprietà sudorifere). Altri suppongono che derivi dal latino "borra = tessuto di lana ruvida" per via dei peli che ricoprono tutta la pianta. Alcuni sostengono che sia derivato dal celtico "barrach = uomo coraggioso" in quanto i guerrieri di questo antico popolo erano soliti bere il vino con la borragine prima di una battaglia in quanto credevano che desse coraggio, come pure nelle popolazioni celtiche ("borrach" = "coraggio").Gli antichi Greci invece la usavano per curare i mal di testa da sbronza!
La borragine era tradizionalmente usata per decorare le case per i matrimoni. Il nome gallese per la borragine, "llawenlys", significa infatti "erba della contentezza".

Erbacea annuale con fusti eretti, ramificati, alti fino a 50 cm; foglie opposte, spicciolate ovato-bislunghe, a volte bollose. I fiori (azurro- violacei) sono riuniti in spighe suddivise in singoli verticilli. Fiorisce da giugno ad agosto.

Principi attivi :
calcio, potassio, tannini, acido gammalinoleico, acidi omega-6, acido palmitico e fitoestrogeni (regolano la funzione ormonale).


Proprietà :
• Possiede attività antiipertensive.
• Facilita l'espulsione della secrezione bronchiale e cura della febbre.
• Diuretica e depurativa
Contro gli eczemi e infiammazioni cutane.

Occorre fare attenzione al contenuto, sia pur modesto, di alcaloidi pirrolizidinici. L'intossicazione provocata dagli alcaloidi pirrolizidinici è una rara tossicosi causata dal consumo di vegetali contenenti tali alcaloidi ma l'olio di semi di borragine ne è privo. Non usare in gravidanza e in allattamento (arriva conferma anche dalla fitoterapia tradizionale).
L’impiego dell'olio estratto a freddo dai semi è molto utile in particolare nella prevenzione e terapia della dermatite atopica, ma anche come coadiuvante nella cura di varie malattie infiammatorie croniche, sia intestinali che del connettivo (Fabio Firenzuoli Direttore del Centro di Medicina Naturale, Ospedale S. Giuseppe, Empoli).
Il Ministero della salute con un recente decreto ha stabilito che fiore, foglia e pianta erbacea con fiori della Borrago officinalis L. sono da considerare degli estratti vegetali non ammessi per la produzione di integratori alimentari.
Io stessa mi cibo saltuariamente (max due volte al mese) di borragine, ma solo nel periodo tardo autunnale e invernale, quando le foglie sono tenere e la peluria è meno urticante, la faccio bollire senza sale in acqua di fonte, e la consumo con un filo d'olio oppure aggiungo delle uova biologiche e faccio gratinare senza olio e senza frittura...non consumo in insalate fiori e già a partire da fine marzo interrompo l'uso. La raccolgo in terreni nel centro della Sardegna Ovodda a circa 800/900 m in terreni ricchi d'acqua e ben soleggiati, dove viene praticata agricoltura biologica, non adibiti a pascolo e in condizioni naturali, ambientali e igienici ottimali. Non mi risultano ad oggi effetti tossici né su di me né sui miei conoscenti che utilizzano questa pianta in questo modo da generazioni... addirittura di centenari dalla salute di "ferro".
Solo l’accumulo costante e massiccio di alcaloidi ha effetti negativi sull’organismo. Probabilmente il tempo di raccolta, il metodo di preparazione, le caratteristiche del terreno, umidità del suolo, illuminazione, posizione geografica, ed eventuale sottospecie o endemismi, possono influire sulla concentrazione degli alcaloidi pirrolizidinici e ridurre o addirittura annullarne la tossicità. Ricordiamo sempre che ogni pianta compresi gli ortaggi possono dare intolleranza e divenire tossici (ambiente inquinato), tossica superata le dosi (o per chi ha insufficienza epatica) lo è anche la rucola..per non parlare del caro prezzemolo che superando le dosi e sottoponendolo a frittura diventa velenoso e in caso di gravidanza diviene abortivo! (estratto: Fizzas de Luna, Antiche esperienze di cura delle contadine di Sardegna, protetto da copyright, in pubblicazione Zènìa Editrice).

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